Roma, 8 marzo 2017. Nella giornata di studi su «Le donne e l’economia italiana», organizzata da Banca d’Italia nel 2012 è emerso che per affrontare la ripresa economica occorre recuperare i divari per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro femminile, la mancata valorizzazione di queste competenze ma soprattutto rimuovere tali divari.
In un Paese come il nostro, in cui le donne in politica rappresentano ancora una percentuale molto bassa rispetto alla media europea, la finanza sembra essere in controtendenza rispetto al dato nazionale. Nel periodo successivo alla crisi, le banche italiane hanno rilevato una crescita della componente femminile (dal 5% al 20% contro una media delle banche europee del 22%) ed in un momento di forte contrazione di sportelli bancari, l’occupazione femminile nelle banche italiane è in sostanza quasi alla pari rispetto a quella maschile.
Ci si chiede come mai un’attività per molti anni considerata al maschile sia così cambiata al femminile? Se negli Usa il lavoro bancario è sempre stato considerato marginale nella scala sociale, affidandolo in gran parte ad immigrati con un basso salario, in Europa invece ha mantenuto per tanti anni una considerevole solidità. Di questi tempi la solidità è venuta meno e lo stipendio si è abbassato, il lavoro è diventato ripetitivo, le pressioni commerciali sono aumentate come pure i conflitti con i clienti e proprio in questa ottica, le donne sono state assunte nelle banche, dirigendo spesso filiali e sopportando molti oneriamo con retribuzioni sempre più basse rispetto agli uomini (il gap in busta paga nelle banche è circa il 20%). Per dare una spiegazione del perché le donne sono numerose in banca, viene da pensare che siano o più brave oppure il lavoro bancario sia meno desiderato dagli uomini.
Forse la risposta è a metà. Il grado di istruzione femminile è aumentato notevolmente: ogni 100 uomini laureati, ci sono 144 donne che si laureano lo stesso, anche nelle materie scientifiche, da sempre territorio prevalentemente maschile. Le donne dimostrano maggiore regolarità e disciplina rispetto ai colleghi uomini, sono più caparbie e precise, ma in questo panorama che taglia posti di lavoro e agenzie, con il digitale che avanza inesorabilmente, quale futuro si prospetta per le donne? Le nuove piattaforme informatiche con le possibilità di lavorare a distanza, potrebbero offrire una buona opportunità alle donne di conciliare i tempi di vita e di lavoro.
di Daniela Rivabene