unicredit2Roma, 5 gennaio 2017. Il prossimo 10 gennaio inizierà il confronto sul piano industriale di Unicredit «Transform 2019»: siamo pronti a promuovere tutte le azioni necessarie per contrastare lo scenario da «lacrime e sangue» delineato da questo preoccupante progetto, voluto dal manager francese Jean Pierre Mustier. Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl Credito, Piero Peretti, evidenziando come il piano preveda 14 mila esuberi complessivi nei prossimi due anni, di cui 3.900 in più, rispetto al vecchio piano, solo in Italia. Inoltre, è prevista la chiusura di ben 900 filiali. L’aspetto che lascia maggiormente perplessi è il messaggio generale che emerge dall’operazione e che, in prospettiva, potrebbe interessare l’intero settore bancario italiano. A fronte di una riduzione del personale che consente all’azienda un risparmio» di 1,1 miliardi, sono previsti investimenti per 1,6 miliardi per «rafforzare l’infrastruttura informatica», andando verso quella banca digitale tanto cara a Mustier quanto attesa dai profeti dell’impresa 4.0.
Secondo questo indirizzo le aziende e le famiglie che si rivolgeranno alla banca per fare apprezzare il proprio «merito di credito», invece che un qualificato analista si troveranno difronte un computer (o un robot) evidentemente dotato di una «raffinata intelligenza artificiale». Siamo di fronte – secondo Peretti – alla cancellazione di ogni concetto di «banca socialmente sostenibile» e di un rafforzamento della vocazione finanziaria tanto cara ai Paesi dell’eurozona. Oltre a fare tutto il possibile per scongiurare i licenziamenti, le organizzazioni sindacali devono essere impegnate a contrastare uno scenario che, se non cambiato, porterà alla scomparsa dell’intera categoria dei lavoratori del credito.